I due sistemi individuati dalla prima topica, inconscio e preconscio-conscio, seguono principi di funzionamento differenti. L’inconscio cerca di evitare il dispiacere derivante da un eccesso di eccitazione scaricando la tensione spiacevole. Ć quello che Freud chiama principio di piacere e che nella Interpretazione dei sogni aveva chiamato principio di dispiacere, proprio perchĆ© ciĆ² che mette in moto l’apparato psichico ĆØ la necessitĆ di eliminare un dispiacere presente, piĆ¹ che la ricerca di un piacere assente. Il principio di piacere spinge per ottenere una immediata soddisfazione, cercando una percezione che sia identica alla percezione di un oggetto che in passato ha suscitato soddisfacimento (identitĆ di percezione). Se questo oggetto non ĆØ disponibile, il principio di piacere puĆ² sostituirlo con un’allucinazione, operando con la libertĆ propria dell’inconscio, indifferente alla ragione ed alla logica. Questo processo primario, perĆ², non puĆ² realmente soddisfare il bisogno, e rende necessario il ricorso ad un altro processo, quello secondario, con cui la soddisfazione del piacere viene rimandata e raggiunta attraverso le vie rese possibili dalle condizioni del mondo esterno. Il processo primario ĆØ proprio dell’infanzia, mentre quello secondario compare in seguito e predomina nella maturitĆ , consentendoci di soddisfare realmente i nostri bisogni e, in definitiva, di lavorare ed essere accettati dagli altri. Il processo secondario, proprio del sistema preconscio-conscio, non opera secondo il principio di piacere, ma secondo il principio di realtĆ , che ĆØ sottoposto alle regole della logica e ricerca l’identitĆ di pensiero. Il pensiero cerca di raggiungere l’oggetto che dĆ soddisfazione attraverso una via piĆ¹ lunga, rispettando la coerenza ed il collegamento tra i pensieri e le rappresentazioni, senza lasciarsi condizionare e sviare dal principio di piacere. Una cosa che, per Freud, non sempre avviene: «il nostro pensiero resta sempre esposto alla falsificazione per ingerenza del principio di dispiacere [di piacere]».